Vincenzo Bellini
Vincenzo Bellini,
a Eleonora Statella,
in Parigi
giugno 1835
Italiano di inizio Ottocento
,
Vincenzo Bellini
Vincenzo Bellini,
a Federico Massimiliano Doca,
in Parigi
21 giugno 1835
Italiano di inizio Ottocento
.
Formato del documento: 1 folio, millimetri:
203 x
134
Descrizione del documento: La lettera è rovinata, i bordi sono piegati e presenta numerosi fori. Si compone di un folio con testo su fronte e retro.
Sul recto del folio è presente una minuta di lettera indirizzata a Federico Massimiliano Doca mentre sul verso una minuta di lettera indirizzata a Eleonora Statella.
Sul verso il testo è diviso da due righe tracciate dalla prima mano, vi è una aggiunta di terza mano in blu, mentre sul verso vi è la firma del catalogatore.
La carta è sottile, colore beige, le scritte in inchiostro nero e blu. La lettera presenta bordi rovinati e irregolari
con uno strappo nella parte centrale a sinistra e numerosi buchi. La lettera presenta numerosi buchi, sia nella parte superiore (2) che all'interno dello scritto, troviamo ulteriori
buchi nella parte inferiore sotto il testo (tre piccoli fori) e un buco sul bordo sinistro.
L'inchiosto del retro è visibile sul fronte e viceversa.
Il fronte è piegato in recto (in alto a dx e in entrambi gli agnoli inferiori) e verso (il alto a sx).
Informazioni scrittura e annotazioni: Una prima mano ha scritto le due lettere. La scrittura è realizzata a mano libera ed è non facilmente leggibile. L'annotazione nel verso è una firma non leggibile del catalogatore, in inchiostro nero nella parte superiore.. L'annotazione nel recto con matita blu, in basso sinistra, è probabilmente dovuta ad un catalogatore e presenta un testo incomprensibile,
una riga e
il numero 21 tra parentesi.
Ubicazione: Museo Belliniano Catania,
Catania ,
Italia .
In esposizione Casa Natale, sala B, vetrina 6, ripiano 2, III
Lingua: Italiano di inizio Ottocento
Note:
All'interno del carteggio belliniano (LL), le segnature LL1.32-I e LL1.32-II identificano
la trentaduesima missiva in ordine cronologico del primo sottogruppo, che corrisponde alle
lettere scritte da Vincenzo Bellini.
LL1.32 I
Titolo: Vincenzo Bellini a Eleonora Statella, in Parigi, giugno 1835
Autore: Vincenzo Bellini
Trascrizione di
Graziella Seminara
Pregiatissima Sig:ra
[Signora]
Duchessa(Eleonora Statella, Duchessa di Sammartino)
Aspettava il momento che l'edizione
della Beatrice (di Tenda) fosse terminata.
Aspettai il momento che l'edizione
della mia Beatrice (di Tenda) fosse completata
per offrirle in uno all'esemplare
della detta opera, i miei più distinti
ringraziamenti per l'onore che con
tanta affettuosa bontà ha voluto accordarmi
nell’accettare la dedica
Note
Eleonora Statella (1791-1836), discendente dalla famiglia dei principi di Cassaro, era consorte di Stefano Notarbatolo, duca di Sammartino; quando nel 1818 questi era stato nominato Intendente del Valle di Catania, si era trasferita con lui nella città etnea. Nella residenza catanese la duchessa di Sammartino accolse con liberalità il giovane Bellini, che divenne compagno di svaghi e di musica del fratello Enrico.
Nel recto del medesimo foglio vi è una minuta indirizzata a Federico Doca, datata «Parigi 21: Giugno» (Lettera 466).
Con i termini Beatrice e opera, Vincenzo Bellini si riferisce al melodramma Beatrice di Tenda.
Bibliografia della lettera LL1.32-I
Neri
2005
p.422
Seminara
2017
p.527
LL1.32 II
Titolo: Vincenzo Bellini a Federico Massimiliano Doca, in Parigi, 21 giugno 1835
Autore: Vincenzo Bellini
Trascrizione di
Graziella Seminara
Parigi
21 Giugno 1835
Mio caro (Federico Massimiliano) Doca
Vi ringrazio della vra
[vostra]
amabile
lettera che mi dà raguaglio
[ragguaglio]
del
sentimento di cotesti giornali, e
più, perchè apportatrice di vre
[vostre]
novelle.
Ora che il caldo delle rappni
[rapresentazioni]
è pas=
sato non desidero più d'avere i giornali
che parlano dei Puritani, ma se l'a=
vete di già potrete darli a (Carlo) Pepoli
che me li porterà al suo ritorno
a Parigi.
- E voi che fate?
Venite
per ora in francia
[Francia]
o no?
Costa fini=
rà la sua opera?
Stà bene in salute?
(Carlo) Pepoli contenta i due maestri?
Il Grande
(Vincenzo) Gabussi che vita tiene?
Dice male di tutto
il mondo?
farà dare la sua il suo Ernani?
(Pierre François) Laporte fà
[fa]
denari?
Note
Si trattava dell’opera Ernani su libretto di Gaetano Rossi, con la quale Gabussi – fidando nel sostegno di Rossini – aveva deciso di cimentarsi di nuovo nel teatro musicale.
Federico Massimilano Doca operava come impresario a Londra; curò la traduzione inglese del libretto dei Puritani in occasione del primo allestimento dell’opera al King’s Theatre.
Nel verso del medesimo foglio, vi è una minuta indirizzata a Eleonora Statella, Duchessa di Sammartino (Lettera 458/1).
Bibliografia della lettera LL1.32-II
Amore
1894
p.383
Cambi
1943
p.568
Neri
2005
p.425
Seminara
2017
p.553