LETTERA DI VINCENZO BELLINI A VINCENZO FERLITO - MILANO, LUGLIO 1830

INFORMAZIONI GENERALI SULL'EDIZIONE

Lettera LL1.5: Vincenzo Bellini a Vincenzo Ferlito, Milano, 1830: edizione elettronica

Corso Codifica di Testi - Professor Angelo Mario Del Grosso - Luglio 2020

Lettera codificata da:

  • Ilenia Beccaro
  • Felicia Colucci
  • Beatrice Melis
  • Responsabili:

  • Angelo Mario Del Grosso
  • Daria Spampinato
  • Erica Capizzi
  • Trascrittore:

  • Graziella Seminara
  • Pubblicazione edizione digitale

    Fondazione Bellini

    CC-BY 4.0

    Collocazione della lettera:

    Paese: Italy

    Città: Catania

    Museo: Museo Belliniano Catania

    Codice identificatore: LL1.5

    Identificatore:  in esposizione Casa Natale, sala B, vetrina 3, ripiano 1, III, a

    Condizioni fisiche della lettera:

    Oggetto: Lettera

    Materiale: Carta sottile senza filigrana

    Francobolli o timbro:  Non sono presenti francobolli o timbri.

    Condizioni fisiche della lettera:  Lettera in cattive condizioni fisiche, divisa in tre frammenti. Carta sottile, senza filigrana, colore beige scuro, inchiostro nero. Il testo è scritto in maniera lineare, ad eccezione di un punto in cui l'autore ha aggiunto un'informazione sovrascrivendola ad una riga. La lettera presenta cancellature all'inizio e alla fine del verso.

    Numero dei fogli: 1

    Altezza: 245mm

    Larghezza: 128mm

    Caratteristiche del foglio:  Il folio è piegato in 3 punti in modo asimmetrico, riportando in questi punti degli strappi.

    Condizioni del foglio:  Lettera in cattive condizioni fisiche, divisa in tre frammenti. Carta sottile, senza filigrana, colore beige scuro, inchiostro nero.

    Modalità di scrittura:  La lettera è scritta a mano presentando segni di cancellature nella parte del verso

    INFORMAZIONI SU MITTENTE, DESTINATARIO E LINGUA

    Mittente:

    Vincenzo Bellini, Luglio 1830, Milano

    Destinatario:

    Vincenzo Ferlito, Data sconosciuta, Luogo sconosciuto

    Lingua usata:

    Italiano di inizio Ottocento.

    Lettera



    01 il DucaLitta, e i due negozianti Marietti

    02 e Soresi avendosi posto in testa di prender

    03 il teatro della Scala, ed avendo perciò scritt

    04 uratola Pasta,Rubini ed altri celebri atto

    05 ri, hanno fatto il possibile di comprare da Cri

    06 velli
    il mio contratto che finalmente han

    07 no avuto con regalare al detto 1500: f:ifranchi poi

    08 essendosi da me portati, mi hanno detto,

    09 che eglino aveano comprato la mia scrittu

    10 ra solamente per sciogliermi da Crivelli, e

    11 non per comperar me ed i miei talenti, e

    12 quindi era loro intenzione di stracciare

    13 tale contratto, che mi assegnava per l’ope

    14 ra
    che dovea scrivere nel teatro di Venezia

    15 sette mila f:ifranchi mettendo in mio arbitrio di

    16 fare altra domanda, e che l’opera io fos

    17 si in obbligo di scriverla o per Venezia o

    18 perché ora è in dubbio se questa società abbia il teatro

    19 di Milano
    o di Venezia

    20 per Milano, aggiungendo che nel carnevale

    21 non potessi scrivere altro che quest’opera so

    22 la; dunque essendo tale la mia intenzione,

    23 intenzione che io avea a loro esternato

    24 prima che mi comprassero da Crivelli: ho

    25 domandato la paga di 12000:svanzihesvanziche

    26 pari a ducati duemila e quattrocento, e

    27 la mettà della proprietà dello spartito, che in

    28 contrando l’opera mi frutterà tremila

    29 essi tutto mi hanno accordato=

    30 ducati in tutto: in questo fatto sono sta

    31 to fortunatissimo, perché quasi vengo a

    01 cancellatura

    02 cancellatura

    03 cancellatura

    04 cancellatura

    05 cancellatura

    06 guadagnare il doppio, di come l’avessi

    07 scritto per Crivelli: la fortuna pare che

    08 mi vuole ancora suo favorito: io non

    09 abuserò perché studio sempre, ed Iddio

    10 spero che vorrà sempre ajutarmi, alme

    11 no, se non per me, per la mia famiglia.

    12 Subito che sortirà lo spartito dei Ca

    13 puleti l’invierò, come ancora i ritrat

    14 ti, che dovranno sortire fra un mese al

    15 meno. – Intanto ricevete i miei abb:ciabbracci ed

    16 i rispetti per la zia sara: tante cose allo

    17 zio D:DonCiccio e tutti i parenti, come a

    18 tutte le nostre conoscenze

    19 Vostroaffssmoaffezionatissimo

    20 Vincenzo

    21 cancellatura

    22 cancellatura

    23 cancellatura

    24 cancellatura

    25 cancellatura

    26 cancellatura

    27 cancellatura

    28 cancellatura

    29 cancellatura

    30 cancellatura
    1 / 2
    Fronte
    2 / 2
    Retro

    Liste

    Lista persone












    Lista dei luoghi


    Bergamo

    • Nazione: Italia

    Catania

    • Nazione: Italia

    Como

    • Nazione: Italia

    London

    • Nazione: Great Britain

    Milano

    • Nazione: Italia

    Paris

    • Nazione: France

    Puteaux

    • Nazione: France
    • Note: Puteaux era un sobborgo di Parigi, immerso nel verde e situato sulla rive gauche della Senna. Qui Bellini si stabilì dal 26 maggio al 1° novembre 1834 e di nuovo nel 1835 dall'11 maggio al 23 settembre (giorno della morte) nella residenza di Solomon Levy (o Lewis), un facoltoso ebreo inglese che verosimilmente aveva conosciuto nel 1830 a Milano. Levy, che negli anni 1834-35 si trattenne stabilmente a Parigi, apparteneva alla cerchia delle più ristrette frequentazioni francesi del musicista; risiedeva in un lussuoso appartamento in Boulevard des Capucines, ma possedeva anche la residenza di Puteaux.


    Saronno

    • Nazione: Italia

    Venezia

    • Nazione: Italia

    Wien

    • Nazione: Österreich

    Teatri ed enti


    Teatro La Fenice


    Teatro alla Scala

    Opere

     

    I Capuleti e i Montecchi

    • Compositore: Vincenzo Bellini
    • Librettista: Felice Romani
    • Teatro: Teatro La Fenice
    • Città: Venezia
    • Data: 11 marzo 1830
    • Note:  La tragedia lirica I Capuleti e i Montecchi fu composta da Bellini su commissione di Alessandro Lanari, impresario del Teatro La Fenice di Venezia: il musicista, che si trovava nella città lagunare dal dicembre 1829 per seguire la rappresentazione del Pirata, aveva accettato la proposta di sostituire l'inadempiente Pacini per la stagione del Carnevale del 1830. La ristrettezza del tempo indusse Felice Romani a riutilizzare il libretto di Giulietta e Romeo, scritto nel 1825 per Nicola Vaccaj; a sua volta Bellini si avvalse delle musiche già composte per Zaira, l'opera con la quale il 16 maggio 1829 aveva inaugurato il Teatro Ducale di Parma incontrando un sostanziale insuccesso. Fu invece trionfale l'accoglienza riservata dal pubblico veneziano ai Capuleti, che andarono in scena al Teatro La Fenice l'11 marzo 1830.

    • Fonte

    Vocabolario


    Opera

    (dal plurale del latino opus, nel senso di “manufatto”) Spettacolo teatrale in cui l'azione si manifesta principalmente attraverso la musica e l'espressione canora dei personaggi. L'opera è un genere complesso, fondato sulla cooperazione tra testo letterario (libretto), allestimento scenico e musica, che ha comunque una funzione essenziale nel caratterizzare drammaticamente il lavoro (drammaturgia musicale). Le differenti possibilità di relazione che intercorrono tra musica, libretto e aspetti scenici rendono pressoché impossibile una definizione univoca di opera. A ciò si aggiungono le difficoltà causate dall'evoluzione compiuta in quattro secoli di storia, dalla presenza sotto una comune etichetta di generi tra loro estremamente lontani, dalle specificità nazionali (sotto il profilo sia drammaturgico sia organizzativo). L'opera nacque nell'Italia del primo Seicento (Firenze, Mantova, Roma) come spettacolo di corte con carattere prevalentemente celebrativo. Dalla fine degli anni trenta, con l'apertura a Venezia dei primi teatri pubblici a pagamento, si impose il modello dell'opera impresariale, che produsse in Italia, con la rapida e diffusa circolazione di cantanti, compositori, scenografi, l'attività di una miriade di sale teatrali sparse sul territorio (dalle grandi capitali dotate di numerosi palcoscenici ai piccoli centri) e una produzione sterminata di nuovi lavori (nel XVIII secolo e nella prima metà del XIX secolo i compositori arrivavano a scrivere tre o quattro novità all'anno). Tale modello si diffuse ben presto in Europa, imponendo nel Settecento – nelle tre declinazioni dell'opera seri, dell'opera buffa e poi dell'opera semiseria – il predominio italiano che perdura ancor oggi nei cartelloni dei teatri di tutto il mondo. Riduzione di una partitura operistica (ma anche di oratorio o balletto), consistente nelle parti vocali originali e in una sintesi per pianoforte delle parti orchestrali. Nacque come strumento professionale per cantanti e maestri accompagnatori alla fine del Settecento, ma conobbe grande diffusione nei due secoli successive, in funzione del successo mondiale del genere operistico e dell’allargamento della composizione sociale del pubblico, grazie all’abbassamento dei costi della stampa musicale consentito da tecniche quali la litografia. In questo contesto lo spartito era destinato prevalentemente al consumo domestico dei lavori teatrali più recenti e popolari: si usava infatti pubblicare dapprima solo le sezioni di maggior successo e di più facile esecuzione (arie e duetti), e solo se l’opera si affermava stabilmente nel repertorio veniva pubblicato lo spartito completo. Tali pubblicazioni rappresentavano spesso l’unico tramite tra il mondo del teatro e quanti avevano difficilmente accesso a esso, sia perché abitavano lontano dai maggiori centri di produzione sia per motivi economici; esse costituivano quindi un fondamentale mezzo di diffusione e popolarizzazione del repertorio operistico.


    Spartito

    Riduzione di una partitura operistica (ma anche di oratorio o balletto), consistente nelle parti vocali originali e in una sintesi per pianoforte delle parti orchestrali. Nacque come strumento professionale per cantanti e maestri accompagnatori alla fine del Settecento, ma conobbe grande diffusione nei due secoli successive, in funzione del successo mondiale del genere operistico e dell’allargamento della composizione sociale del pubblico, grazie all’abbassamento dei costi della stampa musicale consentito da tecniche quali la litografia. In questo contesto lo spartito era destinato prevalentemente al consumo domestico dei lavori teatrali più recenti e popolari: si usava infatti pubblicare dapprima solo le sezioni di maggior successo e di più facile esecuzione (arie e duetti), e solo se l’opera si affermava stabilmente nel repertorio veniva pubblicato lo spartito completo. Tali pubblicazioni rappresentavano spesso l’unico tramite tra il mondo del teatro e quanti avevano difficilmente accesso a esso, sia perché abitavano lontano dai maggiori centri di produzione sia per motivi economici; esse costituivano quindi un fondamentale mezzo di diffusione e popolarizzazione del repertorio operistico.

    Bibliografia

     

    • Autore: Luisa Cambi
    • Titolo: Bellini. Epistolario;
    • Luogo pubblicazione: Milano
    • Casa editrice: Mondadori
    • Data: 1943

    • Editore: Fabrizio Della Seta
    • Titolo: Le parole del teatro musicale;
    • Luogo pubblicazione: Roma
    • Casa editrice: Carocci
    • Data: 2010

    • Autore: Guido Libertini
    • Titolo: Ricerche tra gli autografi del Museo Belliniano; Vincenzo Bellini. Numero commemorativo della Rivista del Comune di Catania
    • Luogo pubblicazione: Catania
    • Data: 1935
    • Volume/pagine: XIII1-8

    • Autore: Carmelo Neri
    • Titolo: Vincenzo Bellini. Nuovo Epistolario. 1819-1835;
    • Luogo pubblicazione: Catania
    • Casa editrice: Agorà
    • Data: 2005

    • Editore: Graziella Seminara
    • Titolo: Vincenzo Bellini. Carteggi; Historiae Musicae Cultores
    • Luogo pubblicazione: Firenze
    • Casa editrice: Leo S. Olschki Editore
    • Data: 2017
    • Volume/pagine: CXXXIpp. vi+622