Informazioni sul documento

Vincenzo Bellini a destinatario sconosciuto, Milano, settembre 1831

Autore:

Vincenzo Bellini

Trascrizione a cura di:

Graziella Seminara

Digital Edition July 2020

Coordinatori del progetto:

Angelo Mario Del Grosso

Erica Capizzi

Daria Spampinato

Codificato da:

Elena Fantozzi

Martina Felicina Rossi

Pubblicazione

Unipi, Pisa, July 2020

Informazioni sulla lettera

Collocazione

Museo Belliniano Catania: In esposizione casa natale, sala B, vetrina 6, ripiano 2, II

Contenuti

Autore: Vincenzo Bellini

Lingua: italiano ottocentesco con riferimento a un autore francese

Nota: Il mese di redazione della minuta di lettera è stato attribuito da Seminara, ma non è presente nel documento originale. Il destinatario è sconosciuto.

Descrizione fisica

Materiale: Carta sottile.

Filigrana: L'intera terza pagina è occupata da una filigrana con scritta in caratteri maiuscoli di font serif FINSOU EDEN. Dopo FINSOU è presente un elemento grafico.

Timbro: Trattandosi di una minuta di lettera, non sono presenti francobolli o timbri postali

Condizioni: La lettera è in buone condizioni, a parte una sbavatura abbastanza evidente nella prima pagina; è composta da un solo folio, piegato in mezzo a formare quattro pagine, con testo presente nel fronte e nel retro della prima metà. La carta è sottile e di colore beige, su di essa è stato usato inchiostro nero e vi sono delle piccole macchie più chiare di forma circolare probabilmente dovute a delle gocce di liquido.

Misura in millimetri

130 x 103 mm

Interventi sul foglio

Scrittura di Bellini a mano libera, leggibile, nonostante le numerose cancellature.

Un'annotazione rossa sul fronte-verso, probabilmente dovuta ad un catalogatore, che presenta la sigla A102.

Un'annotazione a matita blu sul fronte-verso, nell'angolo in basso a sinistra, che presenta quello che sembra essere un numero tra parentesi.

Informazioni addizionali

All'interno del carteggio belliniano (LL), la segnatura LL1.8 identifica l'ottava missiva in ordine cronologico del primo sottogruppo, corrispondente alle lettere scritte da Vincenzo Bellini.

Contesto

In questa Minuta di lettera, Bellini si accinge a scrivere a un suo amico, ringraziandolo per una lettera ricevuta e per la commissione di alcuni ritratti alla sua famiglia.

Legenda

Le parole in giallo rimandano a persone

Le parole in verde rimandano a luoghi

Le parole in rosa rimandano a organizzazioni

Le parole in blu rimandano a termini tecnici

Le parole in viola rimandano a opere

Le parole (in corsivo) sono la forma estesa di abbreviazioni

Le parole barrate rappresentano cancellature

Le parole opacizzate sono testo bagnato

Lettera Codificata


1.
Mio caro amico
2.
Tanto vi sono tenuto, perché vi sie =
3.
te incommodato a darmi vre (vostre)[GS] nuove, come
4.
anche [EF] subito recapito che
5.
Tanto vi son tenuto Vi sono assai obblig (obbligato)[EF] per la vra (vostra)[GS] gentilissima
6.
letterina tanto da me desiderata qui come prova che voi
7.
vi ricordaste di me ancora non mi dimenticaste. I miei
8.
parenti mi scrissero da Catania che hanno da
9.
voi che [MFR] ricevuto i ritratti, che vi pregai di
10.
[EF] e ve ne sono tenuto per la premura
11.
vostra. La mia salute è sana, e di già ho
12.
intrapreso la nuova fattiga, sono applicato

13.
alla nuova opera che deve darsi alla Scala
14.
[EF] 26: di [MFR] prossimo: essa porta
15.
per ti è la poesia Il soggetto è Norma
16.
tragedia di M:r (Monsieur)[MFR] Soumet(1): io la trovo interes =
17.
sante e se Romani ne ricaverà una bella
18.
poesia potrà venire un bel libretto ; ma
19.
questa volta temo che la mia vena m'ab =
20.
bandoni perché la testa è divagata da quel
21.
maledettissimo [MFR] che minaccia tutta Euro =
22.
pa: Basta. Aspettiamone la fine. Riceverete
23.
i miei saluti e cred:mi (credetemi)[EF] a tutte prove
24.
Vostro
Pagina con filigrana

FINSOUEDEN
Aggiunte successive

  • A102
  • (14)
  • Glossario

    Terminologia

    Opera

    Fonte [DellaSeta2010]

    (dal plurale del latino opus, nel senso di “manufatto”) Spettacolo teatrale in cui l’azione si manifesta principalmente attraverso la musica e l’espressione canora dei personaggi. L’opera è un genere complesso, fondato sulla cooperazione tra testo letterario (libretto), allestimento scenico e musica, che ha comunque una funzione essenziale nel caratterizzare drammaticamente il lavoro (drammaturgia musicale). Le differenti possibilità di relazione che intercorrono tra musica, libretto e aspetti scenici rendono pressoché impossibile una definizione univoca di opera. A ciò si aggiungono le difficoltà causate dall’evoluzione compiuta in quattro secoli di storia, dalla presenza sotto una comune etichetta di generi tra loro estremamente lontani, dalle specificità nazionali (sotto il profilo sia drammaturgico sia organizzativo). L’opera nacque nell’Italia del primo Seicento (Firenze, Mantova, Roma) come spettacolo di corte con carattere prevalentemente celebrativo. Dalla fine degli anni trenta, con l’apertura a Venezia dei primi teatri pubblici a pagamento, si impose il modello dell’opera impresariale, che produsse in Italia, con la rapida e diffusa circolazione di cantanti, compositori, scenografi, l’attività di una miriade di sale teatrali sparse sul territorio (dalle grandi capitali dotate di numerosi palcoscenici ai piccoli centri) e una produzione sterminata di nuovi lavori (nel XVIII secolo e nella prima metà del XIX secolo i compositori arrivavano a scrivere tre o quattro novità all’anno). Tale modello si diffuse ben presto in Europa, imponendo nel Settecento – nelle tre declinazioni dell’opera seria, dell’opera buffa e poi dell’opera semiseria – il predominio italiano che perdura ancor oggi nei cartelloni dei teatri di tutto il mondo.

    Libretto

    Fonte [DellaSeta2010]

    Libro di piccolo formato contenente il testo letterario di un’opera o di altra composizione vocale di carattere drammatico e, per estensione, il testo stesso, costituito dalle parole destinate a essere cantate, in versi o, più raramente, in prosa, dalle descrizioni della scenografia e dalle didascalie relative ai movimenti dei cantanti; può inoltre contenere indicazioni riguardanti uno specifico allestimento dell’opera, il contesto storico della sua prima rappresentazione, a volte, dichiarazioni di poetica dell’autore o degli autori. Molte di queste informazioni, quali il nome del compositore, del coreografo e delle altre figure che collaborarono alla messa in scena della prima rappresentazione, l’elenco dei cantanti e dei ballerini che vi parteciparono, l’organico strumentale, l’esposizione dell’antefatto con la dichiarazione della fonte letteraria, la dedica e la lettera al lettore, hanno oggi un’importanza capitale per la comprensione storica della singola opera e del sistema produttivo in cui essa nacque. Dal punto di vista strettamente letterario, il libretto è da considerarsi principalmente come parte integrante di un’opera d’arte complessiva da cui dipende e che lo trascende. Sebbene in alcuni casi esso tenda a rivendicare una propria dignità letteraria, è innegabile che molti aspetti della sua struttura siano predeterminati dalle esigenze specifiche del teatro musicale (prima fra tutte quella della declamazione cantata) e dalle innumerevoli convenzioni specifiche dei diversi generi operistici e dei diversi contesti storico-sociali. Così, la suddivisione in atti e scene, la successione dei numeri chiusi, la quantità di arie affidate a un personaggio (convenienze), la maggiore o minor presenza di pezzi d’assieme, l’impiego di determinate tipologie metriche e strofiche, ma anche il tipo di soggetto trattato (mitologico, storico o letterario), le modalità del suo svolgimento e del suo scioglimento (tragico o lieto) possono essere ricondotti a convenzioni, rispetto alle quali l’autore può disporre di una maggiore o minore libertà d’azione. Sebbene la paternità del libretto sia generalmente riconosciuta al poeta che lo ha prodotto (librettista), sono frequenti i casi in cui l’intervento del compositore ne modifica in modo sostanziale l’assetto, conducendo a divergenze anche notevoli fra la versione pubblicata e quella riportata in partitura (il che rende opportuno pubblicarle entrambe in forma distinta). Altrettanto significativi sono i casi in cui il compositore decide di contravvenire intenzionalmente alle indicazioni implicite del libretto, per esempio trasformando un recitativo in aria o viceversa, o ancora concependo situazioni musicali che contraddicono palesemente il senso del testo poetico.

    Ritratto

    Fonte [http://www.treccani.it/vocabolario/ritratto/]

    Opera d’arte o fotografia che ritrae, cioè rappresenta, la figura o la fisionomia di una persona.

    Tragédie lirique

    Fonte [DellaSeta2010]

    (fr.: "tragedia lirica") Termine con cui a partire dal 1740 circa fu definita la tragédie en musique, il più importante genere del teatro musicale, concepito nell'ambito della Académie royale de musique fondata da Luigi XIV nel 1672 e realizzato con la collaborazione tra Lully e il poeta Philippe Quinault. Ispirata ai modelli aulici della tragedia letteraria (Corneille, Racine, Voltaire), nel corso di un secolo e mezzo la tragédie lyrique conservò quasi intatte alcune delle sue caratteristiche originarie: argomento mitologico o eroico, articolazione del dramma in un prologo e cinque atti (eliminato il primo, ridotti spesso a tre i secondi verso la fine del Settecento), linguaggio letterario elevato, grande attenzione alla declamazione del testo e impiego limitato del canto virtuosistico, struttura musicale costituita da una successione di récits, airs solistici e corali, entrées e diverissements, assai meno distinti tra loro dei numeri dell'opera italiana.



    Persone

    Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini

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    Soprannome: Il Cigno

    Onorificenze: Cavaliere della Legione d'onore

    Nascita: 3 novembre 1801, Catania

    Morte: 23 settembre 1835, Puteaux

    Nota: [MFR] Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini (Catania, 3 novembre 1801 – Puteaux, 23 settembre 1835) è stato un compositore italiano, tra i più celebri operisti dell'Ottocento. E' considerato il compositore per antonomasia dell'era del bel canto italiano, in particolare dell'inizio del XIX secolo, Bellini fu autore di dieci opere liriche in tutto, delle quali le più famose e rappresentate sono La sonnambula, Norma e I puritani.

    Felice Romani

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    Nascita: 31 gennaio 1788, Genova

    Morte: 28 gennaio 1865, Moneglia

    Nota: [GS] Felice Romani (Genova, 1788 - Moneglia, 1865), librettista. Bellini, che lo conobbe al suo arrivo a Milano, a lui si affidò per i libretti di tutte le opere composte tra il 1827 e il 1833, dal Pirata a Beatrice di Tenda. Sul profilo intellettuale e artistico di Romani cfr. Alessandro Roccatagliati, Felice Romani librettista, Lucca, LIM, 1996.

    Alexander Soumet

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    Nascita: 18 febbraio 1788, Castelnaudary

    Morte: 28 gennaio 1865, Parigi

    Nota: [MFR] Alexandre Soumet, scrittore francese (Castelnaudary 1788 - Parigi 1845). Uditore del Consiglio di stato napoleonico, poi bibliotecario, dal 1824 membro dell'Académie française. Ottenne notorietà con le tragedie Clytemnestre (1822), Saül (1822), Cléopâtre (1824), Une fête de Néron (1830), (1831; da questa F. Romani trasse un libretto per l'omonima opera di V. Bellini) che lo mostrano scrittore di transizione fra classicismo e romanticismo.

    Destinatario Sconosciuto

    Nascita: Data sconosciuta, Luogo sconosciuto

    Morte: Data sconosciuta, Luogo sconosciuto

    Nota: [EF] Un amico, probabilmente un artista, a cui Bellini si rivolge con affetto, ringraziandolo per i ritratti a lui commissionati e per informarlo sul suo stato di salute e di lavoro.



    Luoghi

    Catania - Italia

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    London - Great Britain

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    Milano - Italia

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    Paris - France

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    Puteaux - France

    Puteaux era un sobborgo di Parigi, immerso nel verde e situato sulla rive gauche della Senna. Qui Bellini si stabilì dal 26 maggio al 1° novembre 1834 e di nuovo nel 1835 dall'11 maggio al 23 settembre (giorno della morte) nella residenza di Solomon Levy (o Lewis), un facoltoso ebreo inglese che verosimilmente aveva conosciuto nel 1830 a Milano. Levy, che negli anni 1834-35 si trattenne stabilmente a Parigi, apparteneva alla cerchia delle più ristrette frequentazioni francesi del musicista; risiedeva in un lussuoso appartamento in Boulevard des Capucines, ma possedeva anche la residenza di Puteaux.

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    Enti e Teatri

    Teatro alla Scala - Milano

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    Théâtre Royal de l’Odéon - Paris

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    Note e Bibliografia

    Nota

    * La tragedia Norma, ou L'infanticide di Alexander Soumet (Castelnaudary, 1876-Parigi, 1845) era stata rappresentata il 6 aprile 1831 al theatre de l'Odéon di Parigi con grande successo; nello stesso anno era stata data alle stampe a Parigi dall'editore Barba.

    (Seminara2017, pag. 238, n. 394)

    Bibliografia

    Antonino Amore Vincenzo Bellini. Vita. Studi e ricerche, Catania - Giannotta (1894) Pag. 308-309

    Luisa Cambi Bellini. Epistolario, Milano - Mondadori (1943) Pag. 279-280

    Carmelo Neri Vincenzo Bellini. Nuovo Epistolario. 1819-1835, Catania - Agorà (2005) Pag. 191-192

    Fabrizio Della Seta Le parole del teatro musicale, Roma - Carocci (2010)

    Graziella Seminara Vincenzo Bellini. Carteggi, Firenze - Leo S. Olschki Editore (2017)

    Opere citate

    Norma

    Link al sito

    [GS] Norma, ispirata a un’omonima tragedia di Alexandre Soumet (Norma, ou l’Infanticide, 1831), fu concepita per il talento ‘enciclopedico’ di Giuditta Pasta, alla quale era destinato il ruolo della prima donna. L’opera inaugurò la Stagione di Carnevale del Teatro alla Scala il 26 dicembre 1831; nonostante l’esito incerto della prima rappresentazione, si impose ben presto come il titolo più rappresentativo del compositore di Catania.

    [GS] A Londra Norma fu messa in scena al King’s Theatre il 20 giugno 1833, con Giuditta Pasta nel ruolo della protagonista. Il 21 giugno Giuditta Pasta scriveva a Rachele Negri, madre di Giuditta: "Ieri sera si rappresentò la Norma pel beneficio della Giuditta. Né la Medea né l’Anna Bolena possono vantare miglior successo di questa prima rappresentazione di Norma; mercé la mia insistenza con Laporte, e dietro la direzione di Bellini per l’orchestra e i cori, quest’opera è montata in maniera che non v’è esempio al di Londra, il trionfo quindi della stessa superò il desiderio di Giuditta, e la speranza di Bellini; vi furono applausi straordinari, e lagrime nel secondo atto" .

    Norma, ou l’Infanticide

    Link al sito

    [EF] Nell’aprile del 1831 la tragedia di Alexandre Soumet era andata in scena con grande successo al Théâtre Royal de l’Odéon di Parigi. Il drammaturgo francese aveva incentrato il proprio lavoro su tre nuclei tematici. Vi era anzitutto il motivo della sacerdotessa che infrange per amore i suoi voti; il tema – universalmente noto almeno a partire dalla Vestale di Spontini – era in voga nel primo Ottocento e possedeva un’indubbia efficacia teatrale, in quanto permetteva d’ambientare un conflitto interiore e privato sullo sfondo di scene di massa monumentali. Dall’antica tradizione classica discendeva poi il tema dell’infanticidio come vendetta per il tradimento amoroso, che risaliva quantomeno alla Medea di Euripide. Vi era infine il motivo celtico-barbarico, con gli antichi riti nella sacra foresta druidica, che tanta presa aveva nell’immaginario romantico; si trattava del tema, messo in voga da Chateaubriand nei primi anni dell’Ottocento ( Les Martyrs , che narrano degli amori tra una sacerdotessa druidica e un condottiero romano, erano stati una delle fonti dirette di Soumet), che già da tempo era stato preannunciato nei canti ossianici di Macpherson.