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Parigi 30: aprile

Ecco mia cara Duchessa che vi ho obbedito subito subito - V'acchiudo l'arietta già scritta composta sù la poesia che mi avete trascritto. È di vravostra privativa da conservarsi nel vrovostro Album particolare.[2]

Vi sonsono tenuto dall'interesse che sempre prendete per le mie figlie.- Io ho incominciato a generarne una nuova e spero che non sarà indegna delle sue sorelle. - Ho inteso che la nostra bravissima Pasta ha trionfato dei suoi nemici di Venezia e non poteapoteva sortire diversamente. Se la vedete ditele tante cose affettuose da mia parte.- Voi venite o no a Parigi? R[...][3] mi dà sempre vostre nuove e mi parlò di una certa Miss Waite, che né io né lui abbiamo l'onore di conoscere. - È passato da qua il duca di Devonshire[4], e sono stato spesso con lui che l'ho trovato incantato della mia povera Beatrice, che ha inteso a Palermo, ove facea dove faceva gran piacere; ed ogni sera il quintetto del 2:dosecondo atto[5] doveanodovevano cantarlo tre volte. -

Vi prego Sig:raSignora Duchessa di scrivere al vrovostro avvocato a Londra riguardo alla lettera di cambio che ho sopra M:rMister Laporte[6], perchè la presenti a questi nel giorno di sua scadenza. Non vi dimenticate di farmi questo favore, perchè non abbia Laporte alcuna scusa per non pagare. -

Ho scritto Sig:raSignora Giuditta Turina, perciò non vi prego di miei saluti per essa.

Aggradite le assicurazioni della mia stima e considerazione e cred:micredetemi sempre

vrovostro affssmoaffezionatissimo

Bellini

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Responsabilità del testo: Transcription by Graziella Seminara

Digital edition June 2020 . Encoding by Irene Pisani, Alice Bergonzini. Codifica digitale TEI del testo della lettera, delle areee del manoscritto e del lessico riguardante il contesto belliniano.

Pubblicazione: UNIPI Pisa, Not available yet

Encoding: La lettera LL1.15 è stata codificata rispettando le linee guide della TEI (Text Encoding Initiative). Sono stati oggetto di codifica il testo estratto dal manoscritto (a cura di Graziella Seminara), la risorsa originale con informazioni riguardanti sia le condizioni fisiche che la struttura formale della scrittura e i dati riguardanti la vita di Bellini, le persone a lui circostanti e i luoghi frequentati.

Destinatario: Sophia Johnstone

Autore e mittente: Vincenzo Bellini

Titolo: Vincenzo Bellini a Sophia Johnstone, in Parigi, 30 aprile 1834

Lingua: ITA,Italiano di inizio Ottocento

Manoscritto: Minuta di lettera completa. Un foglio, due facciate

Note: L'anno di redazione della minuta di lettera è stato attriuito da Graziella Seminara e non era presente nel documento originale.

Collocazione: Italy, Catania

Repository: AUT I-CATm, Museo Belliniano, in esposizione. LL1.15 ubicazione maggio 2018 - casa natale, sala B,vetrina 4, ripiano 1, IV

Codice identificativo: LL1.15 - All'interno del carteggio belliniano (LL), la segnatura LL1.15 identifica la quindicesima missiva in ordine cronologico del primo sottogruppo, che corrisponde alle lettere scritte da Vincenzo Bellini.



[1](Nota n. 509, p. 309dal carteggio Seminara2017 a cura di Graziella Seminara) 309 Bellini si riferiva a Sophia Johnstone, scozzese di nascita, che nel 1814 aveva sposato Francis Platamone, conte di Sant’Antonio; questi, di nobili ascendenze siciliane, nel 1830 aveva acquisito il titolo di duca di Cannizzaro. La coppia si muoveva tra Londra e Parigi, ma privilegiava la splendida residenza di Wimbledon, nota come “Warren House”, dove teneva soirées musicali destinate all’alta società londinese.

[2](Nota n. 478, p. 290-291dal carteggio Seminara2017 a cura di Graziella Seminara) 290-291 Pierre-François Laporte (1790 – Parigi, 1841) era un impresario francese che dirigeva il King’s Theatre di Londra. Nel 1828 propose a Bellini una scrittura che prevedeva la messa in scena del Pirata e la composizione di una nuova opera per il principale teatro londinese, ma il progetto non andò in porto per le eccessive pretese finanziarie del musicista. Alla fine del 1832 Bellini riprese i contatti con Laporte e il 10 maggio 1833 giunse a Londra; dopo aver assistito al Teatro Drury Lane a una versione in lingua inglese di Sonnambula con Maria Malibran nella parte di Amina, il 20 giugno 1833 mise in scena Norma al King’s Theatre, con Giuditta Pasta nel ruolo della protagonista.

[3](Nota n. 574, p. 343dal carteggio Seminara2017 a cura di Graziella Seminara) 343 A Sophia Johnstone, duchessa di Cannizzaro, Bellini dedicò l’arietta «Odia la pastorella», che reca la stessa data di questa lettera; dalla missiva si evince che il testo, desunto da un libretto di Metastasio (Issipile, atto III, scena 6), fu suggerito dalla stessa dedicataria.

[4](Nota n. 575, p. 343dal carteggio Seminara2017 a cura di Graziella Seminara) 343 È di certo l’iniziale di un cognome, di difficile decifrazione.

[5](Nota n. 576, p. 343dal carteggio Seminara2017 a cura di Graziella Seminara) 343 Si trattava di William Cavendish (1790 - 1858), VI duca di Devonshire e fratello di Harriet Cavendish Granville. Harriet Cavendish Granville (Londra, 1785 - 1862). Sposa del conte Granville (1773 - 1846), ambasciatore d’Inghilterra, a Parigi tra il 1830 e il 1835, quest’ultima conobbe Bellini nel 1833, in occasione del suo soggiorno a Londra, e si adoperò per introdurre il musicista negli ambienti aristocratici della capitale francese.

[6](Nota della lettera a cura di Graziella Seminara) Bellini si riferisce al Quintetto «Al tuo fallo ammenda festi» dal secondo atto di Beatrice di Tenda.