Venezia, Italia
Dicembre
Vincenzo Ferlito (Catania, 1780 ca. - 1850) era zio materno di Bellini; aveva sposato Rosaria Maugeri, indicata dal musicista come “zia Sara”. Bellini si rivolgeva a lui per far pervenire proprie notizie alla famiglia.
vostra
Francesco Florimo : composer musicologist librarian
Ignazio Giuffrida Moschetti, catanese, era amico della famiglia Bellini e padre di Angelica Paola Giuffrida.
Padre: Ignazio Giuffrida Moschetti , Figlia: Angelica Paola Giuffrida
Il testo è stato ricostruito perché danneggiato.
Trieste, Italia
Salma: Misura di capacità per aridi, usata, in Italia, e particolarmente in Sicilia, prima dell'adozione del sistema metrico decimale. La salma siciliana equivaleva a l. 275,08.V'era anche una salma di Alessandria, equivalente a l. 213,25. In Sicilia si chiamava pure "salma" una misura di superficie, che equivaleva a metri quadrati 17.462,59.
Signor
Paolo Tropeani
Trieste, Italia
Venezia, Italia
Signor
Giovan Battista Perucchini
Giuditta Negri Pasta : singer
Francesco Florimo : composer musicologist librarian
Filippo Santocanale (Palermo, 1798-1884), avvocato. Bellini strinse amicizia con lui nel 1832 durante il soggiorno a Palermo; in quell’occasione il musicista ebbe modo di frequentare anche la cerchia degli amici di Santocanale (i cosiddetti “conciarioti”), che avrebbe sempre ricordato nelle sue lettere.
Si trattava di Alessandro Tortelli, primo violoncello nell’orchestra del Teatro Comunale di Catania.
bubbola: (1) Fandonia, frottola: tutte bubbole! (2) Bagattella, inezia, cosa da niente: lascia perdere, sono bubbole; discorsi, che lui tirò in lungo, ritenendo più d’una volta la compagnia che voleva andarsene, e fermandola poi ancora un pochino sull’uscio di strada, sempre a parlar di bubbole (Manzoni).
Catania, Italia
Impresario: Imprenditore che si assume in prima persona la responsabilità economica di uno spettacolo teatrale, occupandosi dell’organizzazione logistica e della formazione del cast in accordo con i proprietari dei teatri. Come figura professionale la sua data di nascita coincide con quella degli spettacoli pubblici a Venezia nel 1637, quando la famiglia patrizia Tron affittò il teatro S. Cassiano alla compagnia formata dal librettista Benedetto Ferrari e dal compositore Francesco Manelliper la rappresentazione con ingresso a pagamento dell’Andromeda. Per questa prima fase si parla di opera mercenaria, cioè a pagamento; successivamente, tra Sei e Settecento, la figura dell’impresario si istituzionalizzò, dando vita a un sistema di produzione noto come opera impresariale, in cui si affittavano i teatri cittadini o delle famiglie nobili per periodi di tempo sempre più lunghi, al fine di potervi tenere una o più stagioni, incentrate sul reclutamento di una compagnia di canto e di ballo. Nella prima metà dell’Ottocento impresari quali Domenico Barbaja o Alessandro Lanari giunsero a controllare contemporaneamente più teatri in diverse città in Italia e all’estero. Nella seconda metà del secolo, a causa di un sistema produttivo sempre più di tipo industriale, di tipo industriale, l’iniziativa della produzione operistica fu assunta direttamente dalle case editrici (in Italia Ricordi, Lucca, Sonzogno), che soppiantarono progressivamente la figura dell’impresario nel determinare le scelte dei compositori e dei cantanti nei maggiori teatri del mondo. Nei teatri di oggi le competenze tradizionali dell’impresario sono suddivise tra diverse figure professionali, quali il sovrintendente, il direttore artistico e, in Germania, il Dramaturg.
Spartito: Riduzione di una partitura operistica (ma anche di oratorio o balletto), consistente nelle parti vocali originali e in una sintesi per pianoforte delle parti orchestrali. Nacque come strumento professionale per cantanti e maestri accompagnatori alla fine del Settecento, ma conobbe grande diffusione nei due secoli successive, in funzione del successo mondiale del genere operistico e dell’allargamento della composizione sociale del pubblico, grazie all’abbassamento dei costi della stampa musicale consentito da tecniche quali la litografia. In questo contesto lo spartito era destinato prevalentemente al consumo domestico dei lavori teatrali più recenti e popolari: si usava infatti pubblicare dapprima solo le sezioni di maggior successo e di più facile esecuzione (arie e duetti), e solo se l’opera si affermava stabilmente nel repertorio veniva pubblicato lo spartito completo. Tali pubblicazioni rappresentavano spesso l’unico tramite tra il mondo del teatro e quanti avevano difficilmente accesso a esso, sia perché abitavano lontano dai maggiori centri di produzione sia per motivi economici; esse costituivano quindi un fondamentale mezzo di diffusione e popolarizzazione del repertorio operistico.
Milano, Italia
Palermo, Italia
La porzione di testo è andata perduta in seguito ad un danno riportato dal documento.
Felice Romani (Genova, 1788 - Moneglia, 1865), librettista. Bellini, che lo conobbe al suo arrivo a Milano, a lui si affidò per i libretti di tutte le opere composte tra il 1827 e il 1833, dal Pirata a Beatrice di Tenda. Sul profilo intellettuale e artistico di Romani cfr. Alessandro Roccatagliati, Felice Romani librettista, Lucca, LIM, 1996.
Etna, Catania
Madre: Agata Ferlito , Padre: Rosario Bellini
abbracci
Rosaria Maugeri Sara
credetemi
affezionatissimo
Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini, alias Il Cigno, Cavaliere della Legione d'onore: composer
Vincenzo Ferlito (Catania, 1780 ca. - 1850) era zio materno di Bellini; aveva sposato Rosaria Maugeri, indicata dal musicista come “zia Sara”. Bellini si rivolgeva a lui per far pervenire proprie notizie alla famiglia.
Catania, Italia
Il testo è stato aggiunto da una seconda mano.
Titolo:Norma
Compositore: Vincenzo Bellini
Librettista: Felice Romani
Prima: Teatro alla Scala, Milano, 26 dicembre 1831
Note: Norma, ispirata a un’omonima tragedia di Alexandre Soumet (Norma, ou l’Infanticide, 1831), fu concepita per il talento ‘enciclopedico’ di Giuditta Pasta, alla quale era destinato il ruolo della prima donna. L’opera inaugurò la Stagione di Carnevale del Teatro alla Scala il 26 dicembre 1831; nonostante l’esito incerto della prima rappresentazione, si impose ben presto come il titolo più rappresentativo del compositore di Catania.
Titolo:La sonnambula
Compositore: Vincenzo Bellini
Librettista: Felice Romani
Prima:Teatro Carcano, Milano, 26 dicembre 1831
Note: La Sonnambula, ispirata al balletto-pantomima La Sunnambule, ou L’arrivée d’un nouveau Seigneur di Eugéne Scribe messo in musica da Louis-Ferdinand Hérold (Parigi, Opéra, 19 settembre 1827), fu commissionata a Bellini dal Teatro Carcano di Milano, dove andò in scena il 6 marzo 1831 con grande successo. La parte di Amina fu tenuta da Giuditta Pasta, quella di Elvino da Giovanni Battista Rubini: i due cantanti concorsero al successo dell’opera documentato dalla stampa dell’epoca e confermato da Bellini in una lettera ad Alessandro Lamperi del 7 marzo 1831 (Rubini e la Pasta sono due angioli, che hanno entusiasmato quasi alla follia l’intiero pubblico).