L’edizione scientifica digitale delle lettere del compositore Vincenzo Bellini conservate al Museo belliniano di Catania intende offrire una piattaforma digitale per la filologia computazionale, ovvero uno strumento concepito per lo studio scientifico del testo belliniano. L’edizione tiene conto di diverse tipologie di destinatari: si rivolge quindi non solo a specialisti, bensì anche ai visitatori occasionali del museo, che potranno usufruire dell’edizione tramite apposite postazioni dislocate all’interno del percorso museale.
L’edizione digitale è stata realizzata in accordo con le ultime linee guida della Text Encoding Initiative (TEI).
Il progetto BDC ha sperimentato diverse presentazioni delle lettere. Una fruizione via web è stata sviluppata attraverso l’utilizzo del software viewer open source EVT (Edition Visualization Technology) e presenta una edizione image-based, con la riproduzione facsimile di ogni lettera in parallelo alla trascrizione.
L’edizione è stata realizzata a partire da immagini ad alta risoluzione, che hanno permesso la visualizzazione in parallelo delle riproduzioni dei manoscritti e della trascrizione del testo. Ogni immagine piò essere ingrandita e ruotata in base alle esigenze di lettura.
Ciascuna lettera è corredata da una serie di metadati che forniscono informazioni bibliografiche, archivistiche e codicologiche e una panoramica del contesto in cui è avvenuto lo scambio epistolare. La visualizzazione delle 111 immagini è stata ottimizzata grazie all’utilizzo di Open Seadragon.
È possibile navigare l’edizione attraverso differenti modalità:
- da una panoramica (a cui sia accede tramite un apposito pulsante in basso a sinistra) che mostra le miniature di ciascuna carta di cui è composto ogni documento;
- dalla barra di navigazione sul lato inferiore della pagina;
- da due menu a tendina sul lato superiore della pagina: il primo menu sfoglia le lettere, il secondo, invece, la totalità delle carte.
In ciascuna lettera, sono segnalate (con un pallino nero) le note al testo
tratte dall’edizione a stampa. Sono inoltre state evidenziate entità nominate – attivabili tramite un menù a tendina – raggruppate in liste di:
- opere musicali e termini appartenenti al gergo musicale, segnalate da un’apposita icona subito seguente il vocabolo;
- nomi di persona (evidenziati in rosa);
- nomi di enti (evidenziati in celeste);
- nomi di luoghi ( evidenziati in verde).
Si noti che, in mancanza di un’identificazione chiara dell’identità di un nome
all’interno del testo, l’entità in questione è formattata come nome di persona, ma non presenta una scheda dettagliata associata.
Ogni entità nominata è corredata di una scheda pop-up che riporta le relative informazioni aggiuntive: una delle funzionalità dell’edizione digitale, infatti, è il collegamento a risorse e repertori disponibili sul web in forma di Linked Open Data (come, ad esempio, il VIAF, il RISM o GeoNames). I link presenti dentro le schede delle entità nominate possono essere copiati dall’utente sulla barra di navigazione del proprio browser. Alle entità nominate si associa inoltre un elenco di occorrenze all’interno dell’edizione, navigabile.
Queste liste, insieme a quella relativa alla Bibliografia, sono interrogabili da un’apposita sezione dell’edizione, a cui si accede dal menù principale. Inoltre, il menù principale (in alto a destra) permette di cambiare la lingua in cui si utilizza l’interfaccia di EVT (italiano o inglese), e di consultare le informazioni sul progetto.
La visualizzazione in EVT permette di leggere sia la trascrizione interpretativa, sia quella diplomatica, che mostra il testo nella forma esatta in cui compare sulla pagina manoscritta, con abbreviazioni, cancellature e altri interventi editoriali (si veda la sezione sulle scelte editoriali per una legenda approfondita). Quest’ultimi sono facilmente rintracciabili grazie al collegamento di ogni riga della trascrizione con la zona corrispondente nell’immagine digitalizzata, che viene
evidenziata al passaggio del mouse, attivando l’apposito comando.
Ciascun documento mostra – con zone evidenziate nelle immagini da vari hotspot – le informazioni della corrispondenza (quali timbri e indirizzi) eventualmente presenti: nelle consuetudini epistolari del tempo, infatti, la lettera fungeva spesso anche da busta, opportunatamente ripiegata.
Tramite l’attivazione del pulsante degli hotspot, inoltre, si possono interrogare le aree del documento interessate da annotazioni di altre mani, apposte da catalogatori e archivisti.
Per citare l’edizione:
Bellini Digital Correspondence, a cura di A. M. Del Grosso e D. Spampinato, Cnr Edizioni, 2023, <http://bellinicorrespondence.cnr.it> [consultato il GG/MM/AAAA], ISBN: 978-88-8080-562-5.
Ultima modifica: 30/04/2023